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martedì 10 gennaio 2012

La musica è l'armonia dell'anima. (Alessandro Baricco)

Come diceva Platone la musica, dall’indecifrabile verbo greco μῶσθαι (desiderare, aspirare a...), è tutto ciò che soddisfi desideri e aspirazioni. Al mondo d’oggi questa parola ha assunto talmente tante sfumature che forse dell’idea di partenza non ne resta alcuna traccia. Inoltre il fatto che la musica sia fatta di suoni ma che i suoni non facciano sempre la musica è una cosa che mi intriga molto. A mio avviso la musica è un concetto ampio, comprende tutto un mondo. Per me anche i rumori della natura lo sono, come D’Annunzio cercava di spiegare ne La pioggia nel pineto.
Che strani scherzi fa l’evoluzione, non sempre sono evidenti le cause che la provocano e soprattutto non si sanno i cambi di direzione dove condurranno ma ci sarà sicuramente da stupirsi. Guarda cosa è diventata la musica oggi, un tempo serviva solo per accompagnare dei canti religiosi! Adesso non esiste persona al mondo che non abbia mai intonato una canzoncina. Durante la doccia si sprigiona il cantante che è in noi, e spesso si tratta di inediti del tutto personali. La musica ci accompagna in ogni istante della giornata e della vita, per ogni nostro stato d’animo troviamo la colonna sonora adatta. Il bello è che ognuno ha il suo modo di viverla, che sia in primo piano o solo da spettatore, tutti noi partecipiamo a questo concerto.
In prima linea c’è chi la musica la crea, la inventa e la plasma dal suo stato più selvaggio di singola nota a insieme di suoni, ritmo, timbro e chi più ne ha più ne metta. Immagina di poter essere presente nel momento in cui i Queen componevano Bohemian Raphsody, nel momento in cui le prime note prendevano forma nell’aria di quella stanza e nell’istante in cui le prime parole sono uscite da quell’ugola d’oro. Eppure magari se fossimo stati lì non ci saremmo resi conto di quello che stava accadendo, perché magari l’idea era nata come uno scherzo, come un indefinito insieme di suoni mentre Freddie stava lavando i piatti. Esattamente come per la colonna sonora de Il laureato, è nata come motivetto, senza parole, c’era solo questa piccola frase musicale in testa di Paul Simon. Viene messa nel film prima ancora che sia definita e solo poi diventa quella che noi quasi tutti conosciamo come Mrs. Robinson cantata Simon and Garfunkel.
E poi ci siamo noi altri, che della musica ci limitiamo ad assorbirne ogni vibrazione positiva, che ne godiamo gli effetti benefici. Scegliamo in base al nostro umore momentaneo cosa ascoltare, cosa ci accompagnerà nelle braccia di Morfeo o durante il viaggio in treno per tornare a Monaco. La scelta non avviene quasi mai per caso, si sa esattamente di cosa si ha bisogno, dove rifugiarsi e soprattutto quale sensazione si voglia evocare in noi stessi.
Quanto ci influenza la musica? Pensa ad un film senza colonna sonora… Sarebbe incompleto. E come si sente quando la musica è sbagliata, ci si rende subito conto che la scelta non è stata delle migliori, che non si addice all’ambiente. A proposito di ambiente, parliamo della musica nei locali. Credo non sia così semplice accendere e mettere a palla la radio in un bar per creare l’atmosfera giusta, o chiamare la prima band che capita per suonare dal vivo in un pub. Anche in quel caso bisogna fare una scelta accurata, come si sceglie il colore della carta da parati o un tipo di mattonella piuttosto che un’altra, la stessa cosa avviene in questo caso. Come in un ristorante dall’aria curata, pavimenti in marmo, affreschi alle pareti, un pianoforte a completare la sala principale e nell’aria fluttuante… la radio preferita del proprietario. Per carità anche io ascolto la radio, ma non mi sembra affatto un’ottima scelta per questo tipo di locale. Forse sono io ad essere troppo tradizionalista, forse esagero troppo ed ho creato intorno all’idea di musica un alone di mistero, di misticismo che non so ben dire da dove sia venuto.
E l’artista nel momento in cui si mette davanti al piano e cerca di trasformare in note la sua ispirazione, cosa cerca di fare? Di riportare fedelmente quello che è il suo stato d’animo o tutto si trasforma in un mero esercizio di tecnica? Questo non è dato saperlo, per nostra fortuna. Pensa che delusione scoprire che Chopin ha scritto il suo studio op.10 n.3 solo perché era tempo che non componeva niente e doveva sbrigarsi a scrivere qualcosa… Oppure che il nostro gruppo preferito si sia riunito quasi in una clausura per far uscire un nuovo singolo al più presto. Non mi piace pensarla così, sono legata all’idea romantica dell’artista, che rimugina mille volte sul colore giusto da mettere sulla tela, che durante la giornata appena ha un’illuminazione corre a scriverla sul primo foglio che trova per non lasciare che gli sfugga di mano e si perda nell’etere. Magari il moderno artista non è così legato a quello che fa, non è appassionato, non è completamente assorbito nel suo mondo, ma è bello pensarlo. Ed è bello pensare che il suo scopo sia renderci partecipi di qualcosa che lo caratterizza, che voglia esprimere nel modo migliore di sua conoscenza un suo pensiero, un suo stato d’animo, una sensazione che ha provato e non vuole dimenticare quindi cerca di ricrearla in qualche modo. E qui nasce lo spunto per un mio nuovo post, come nasce in noi il desiderio di volerci esprimere in qualche modo… Ma torniamo a noi, chissà cosa stai ascoltando mentre leggi, magari stiamo sentendo la stessa cosa senza saperlo e se avevi già le cuffie prima di iniziare oppure sei corso a prenderle proprio quando hai capito l’argomento di questa mia riflessione. L’influenza delle persone è davvero potente, magari non conosci qualcuno o qualcosa che ho nominato qui, e adesso sei corso su YouTube per sentirli. E allora magari scopri così, per caso, la tua canzone preferita, un nuovo genere che non avresti mai sperimentato da solo, soltanto perché un tuo amico ti ha passato una delle due cuffie mentre stavate aspettando il vostro turno in segreteria. Che cosa magica, l’intrecciarsi delle vite, dei pensieri, delle emozioni delle persone.

7 commenti:

  1. Capo, cosa dire?? sei una romanticona e con il suono delle tue parole riesci a toccare l'emozoni degli altri. Per questo ti ritengo un artista!!
    ps: il riferimento a Monaco è piuttosto casuale!! ;)

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  2. E pensare che quando i Queen presentarono Bohemian Raphsody la casa discografica non voleva pubblicarla ed è stata costretta solo dopo che Freddie passò il brano ad un suo amico dj che lo mandò in radio e siccome riscosse un grande successo allora la casa discografica la pubblicò! Cmq credo che già ti avevo raccontato questa storia come già sai che è una delle mie canzoni preferite!!!
    Io non riesco proprio ad immaginare un mondo senza musica ...

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  3. Basta leggere il titolo del tuo post per essere pienamente in accordo :)

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  4. @capo, ti ringrazio di credere così tanto in me...
    @maria questa non la sapevo!! :)
    @max, come darti torto?! L'importante è che tu non ti sia fermato al titolo... :)

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  5. Mi piace questo post, è pieno di romanticismo nel senso più completo del termine. è incredibile come la musica abbia il potere di influenzarci in un modo così primordiale e addirittura senza ancora parlare di musica, limitandoci al semplice suono si possono avere delle reazioni incredibili:come nel film di sherlock holmes in cui il disordine di un cluster ha creato l'ordine tra le mosche....essere animali "superiori" ci permette di cogliere le mille sfumature di un suono ,ma resta comunque il fatto che la magia della musica non ha confini...

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  6. Ottimo post, davvero!!! è senz'altro uno dei più ispirati che ci hai proposto!!! se questo è l'andamento aspettiamo con ansia il prossimo di cui ci hai dato solo un assaggio:-)

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  7. Il vero artista non è un virtuoso. Il vero artista suscita emozioni, positive o negative. Un vero artista suscita emozioni anche con una semplicità di stile e una chiarezza espressiva al limite dell'elementare.
    Spesso infatti è più facile emozionarsi con una canzone di De' Andrè piuttosto che con un'orchestra sinfonica.

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