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sabato 27 settembre 2014

E se domani...

Torno a casa. Giornata afosa, fine Settembre, cielo avvolto da una coperta biancastra di nuvole che si dispiegano senza fine. Le note nuove di una recente scoperta musicale, l'atmosfera antica di una pace ritrovata. Si sentono bambini urlare, anziane signore discorrere in linguaggi a me sconosciuti eppure tanto familiari. Un libro in mano, la luce soffusa che ispira alla lettura e una sensazione che ti apre i pori della pelle per farti assorbire tutto quello che ti circonda. 



E di nuovo giunge la sera, portando con sé abitudini prima sconosciute, facendoti ricordare cosa hai perso con nostalgia, ma con la consapevolezza che certi ricordi non verranno mai cancellati. La malinconia di una casa solitaria si sovrappone alla mancanza di presenze come pilastri che non ci sono più e alle conquiste di nuovi posti in tribuna d'onore. Eppure a sorprendermi è la stabilità di questa mia struttura, nonostante tutto, nonostante cambiamenti, distanze e tempi ristretti, sento tutto il nutrimento che sto avidamente consumando. Mi faccio trasportare ancora una volta dalle emozioni: sempre mi hanno stupito e confido lo faranno di nuovo.

Il tempo, giocatore esperto, con la sua faccia da poker ti inganna, facendoti credere che scorra lento e sempre uguale. Quando meno te lo aspetti, ti volti e ti accorgi che niente è più come prima. Basta un attimo, un flash che ti ricorda un nome, e da lì ti ritrovi catapultato in una vita diversa, completamente nuova e da esplorare. Vuoi sconvolgere la tua vita? Lascia che sia lei a farlo, sarà tutto molto più inaspettato. Come acqua che sfugge dalle mani quando tentiamo di afferrarla, il tempo si prende gioco di te che cerchi di catturarlo.
Una telefonata allunga la vita, ma a volte non basta. Sentirsi vicino a qualcuno è difficile da ottenere con una linea telefonica, anche nel terzo millennio. Nonostante si cerchi di catturare tutto quello che ci accade, foto e video delle nostre giornate, eppure ci si accorge della differenza. Passare dal vedersi tutti i giorni, vivere insieme e condividere tutto, al sentirsi, quando va tutto bene, una volta al giorno no, non mi basta.

Affronto da sempre le novità con quel brio proprio di chi non ha affatto paura del nuovo, bensì lo anela avidamente. Non posso fare altro che lasciarmi avvolgere, attendendo a braccia aperte tutto quello che la vita è pronta a riservarmi. E la fortuna è dalla mia parte, perché riesce sempre a portarmi meraviglie. Persone, posti ed occasioni, stupendi, che se avessi provato ad immaginare, non sarei riuscita a scorgere. Ma non voglio sostituzioni, non voglio perdite, non voglio smettere di sentire l’enorme e spaventoso sentimento che chiamiamo “mancanza”.


Siamo umani, ma nessuno ci vieta di provare ad elevarci a divinità, tentando lì dove tutti hanno fallito prima o poi, miseri mortali che nel provare l’impossibile si sono arresi al peso del proprio fardello. Sto lottando, dovrà pur dire qualcosa questo mio sudore sulla fronte. Spero i solchi rimangano almeno a ricordo, cicatrici da tenere e mostrare con fierezza a me stessa e al mondo.

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