Benvenuti visitatori... abbiate pazienza per la mia scarsa dimestichezza con italiano e blog... Buona permanenza!

domenica 17 marzo 2013

Un tesmed per i nostri neuroni


La mia scarsa conoscenza dell'uomo mi porta ancora una volta a riflettere su questo essere vivente. L'interrogativo odierno riguarda l'importanza non tanto dell'uomo in sé quanto di quello che lo circonda, si tratti di altre persone, oggetti o ambiente nel senso artificiale del termine. Il bombardamento mediatico che riceviamo ogni giorno è origine di svariate ingiurie verso i media in generale, eppure in qualche modo ne abbiamo bisogno. Non dico certo che la pubblicità dei pannolini o delle brioche apportino chissà quale cultura nella nostra vita, ma spesso è dalla pubblicità di una macchina che si scopre un autore di canzoni per bambini canadese o dalla datata pubblicità della cedrata si ragiona intorno alle problematiche aziendali, sul perchè e per come non cambiare uno spot che funziona con uno più recente, sull'importanza che può avere una frase ad effetto che ti resta in testa (vedi il jingle del parmigiano reggiano) ecc.

Basta fare una semplice ipotesi: se ci trovassimo da soli in una stanza vuota, di colore uniforme bianco, senza niente in mano, e soprattutto senza pensieri ed emozioni pregressi, nel nostro stato più primordiale, cosa faremmo? Cosa saremmo? Nulla! Abbiamo bisogno di stimoli per andare avanti, di prendere da quello che ci circonda non soltanto il necessario per vivere, respirare e nutrire il nostro corpo: anche il nostro cervello va nutrito. Ed è qui che entra in gioco il meglio che possiamo ricavare dal mondo. Ad esempio, quando ci si ritrova in una cena tra persone care, che si vedono tutti i giorni e che conducono una vita relativamente tranquilla, se si tiene la televisione spenta possono capitare a mio avviso lunghi attimi di silenzio. Questo ci fa pensare, non tanto che queste persone sono vuote, perché non lo sono affatto, ma che hanno bisogno di una scossa, di un incentivo che faccia iniziare una discussione. Altro caso lampante, mettete in una stanza tre o quattro persone di nazionalità diversa, che parlano a stento una lingua comune, una qualunque. La conversazione, dopo un breve scambio di generalità, essendo le prime frasi che si imparano in una lingua, scemerebbe in un silenzio religioso accompagnato da sguardi interrogativi tra i membri presenti. Abbiamo bisogno di uno stimolatore quotidiano, e tra le tante fonti io ne ho scoperta una, la città. Non nel senso lato del termine, ma in quanto luogo in cui si vive. Ed è una delle cose che più mi ha colpita, avendo cambiato abitazione da poco. L'idea di poter uscire di casa per una semplice passeggiata e finire in un concerto gratuito di musica barocca, di ricevere per strada il volantino di una società che affitta biciclette, vedere per caso un manifesto su una mostra fotografica gratuita sulle vittime della mafia. Non ha pari.
Le opportunità che ci offre il posto in cui viviamo non sono da sottovalutare, è importante curare il cittadino anche dal punto di vista culturale, fornendo ogni volta delle attrazioni differenti. Stimolare la propria mente porta a nuovi interrogativi, nuove scoperte e nuove passioni.
Ora va fatta una piccola parentesi, perché non basta avere a disposizione tutto questo attivismo culturale, occorre dall'altra parte una predisposizione all'assorbire quello che si ha intorno. Qui nasce appunto la differenza tra il carattere delle persone o anche nel momento della vita delle persone. Dal mio canto posso dire che da teramana, con quella grandissima cosa che è la coppa interamnia, mi sono ritrovata a vedere la mia prima partita di pallamano in Francia, proprio ieri sera. Credo sia un caso perfetto per spiegare il mio punto di vista, anche se avevo la possibilità a qualche km da casa, non era forse il momento giusto perché fossi predisposta ad accogliere queste informazioni, per farmi assorbire dal mondo della pallamano.
Alla fine credo che l'importante sia non disdegnare ogni cosa si protenda verso di noi e cercare di coglierne il più possibile per portarlo al nostro mulino, sfruttando la forza del flusso dei nostri pensieri scorrere per crearne energia vitale per il nostro affamato cervello.

Nessun commento:

Posta un commento