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giovedì 8 settembre 2011

In questo mondo di ladri

Ogni giorno in Italia, un politico si sveglia e sa che dovrà aprire bocca senza motivo, altrimenti non mangerà (gratis).

Ogni giorno in Italia, un cittadino si sveglia e sa che dovrà lavorare, altrimenti non mangerà.
Non importa che tu sia cittadino o politico, l’importante è che il cittadino lavori per tutti e due.

Ci fregano in tutti i modi, anche stando semplicemente seduti nella nostra cucina ci stanno derubando. E non parlo di soldi o di beni materiali, parlo di dignità. Ce la estirpano continuamente come fa un buon giardiniere con le erbacce, appena vede un ciuffetto fuori posto parte in automatico. Inutile prenderci in giro cercando tutti i modi per riprenderci, trovando tutte le buone cose che in Italia ci sono e autoconvincersi con frasi del tipo:
Eh, ma la dieta mediterranea è la migliore in assoluto. E ma il Bel Paese con la pizza e la pasta non ha confronti. L'Italia è la patria della musica lirica, i più grandi operisti sono italiani. Gli scienziati più illustri sono nati nello stivale, partendo da Galilei, Da vinci e Fermi.
Per carità, sono tutte ottime qualità, ma vuoi mettere con l'etichetta che abbiamo sulla fronte? Governati da ignoranti. Ignoranti nel senso che se ne fregano delle nostre esigenze, pensano solo al loro astice quotidiano rimettendo a noi i loro debiti.
L'atmosfera delle strade di Parigi con il passante che ti dice “Italiani? Bunga Bunga!” è leggermente diversa da quello che mi aspettavo. Sembra come uno squillo di tromba nei timpani alle cinque di mattina.

Una volta si diceva con orgoglio “sono italiano”, adesso cerchiamo di non dirlo, anche se ce lo si legge in faccia. Riusciremo a cambiare le cose? A mio parere no. Quello che ci scoraggia, che mi scoraggia, è il pensiero che se anche uno qualsiasi di noi, partendo dal basso con tutta la buona volontà e i buoni propositi, dovesse arrivare a contare qualcosa nella scena politica, lungo il percorso avrebbe subito un processo. Un cambiamento inevitabile, perché se sei una pecora bianca passando in mezzo al lordume di cui è inficiato quel mondo è proprio inevitabile non diventare una pecora nera come le altre. Una volta arrivati in cima sei irriconoscibile e sei diventato come tutti gli altri, un altro mangiapane a tradimento.
Puntare su una rivoluzione, la guerra civile che tante persone sono convinte debba iniziare da un momento all'altro non arriverà mai. Perché siamo lo specchio delle persone che ci rappresentano, siamo menefreghisti, l'importante è che si “magna”, è un motto che gira da secoli e secoli e non è un caso. Non ce ne importa se ci fanno passare per degli idioti davanti al mondo. Anche davanti a spettacoli indecenti di anziani nudi in mezzo a minorenni, le vecchie signore che disprezzano i giovani che sull'autobus si baciano appassionatamente, non battono ciglio se si tratta del nano pelato così simpatico. Perché è la nostra mentalità che è bacata, è il gene italiano che non va. Ce l'abbiamo scritto nel sangue e nella storia, siamo dei codardi. Per questo entriamo in guerra un anno più tardi degli altri, per questo patteggiamo prima per uno e poi per l'altro in base a chi ci conviene. Per questo quando si tratta di raccomandazioni sul mondo del lavoro ci indignamo se il posto che speravamo viene dato ad un altro ma girato l'angolo corriamo a raccomandare i nostri figli. Per questo noi siamo il popolo che nei secoli è emigrato più degli altri e quando siamo noi ad essere il paese ospite vogliamo cacciare tutti a calci nel sedere. Per questo “mors tua vita mea”, “homo faber fortunae suae” e “homo homini lupus” sono detti latini e non greci, non poteva essere altrimenti.

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